20 Febbraio 2021

I nostri clienti: la storia di Re:Common

Le sue inchieste sfidano governi, multinazionali e istituzioni finanziarie responsabili di violazioni e abusi. Sono gli strumenti d’indagine impugnati da Re:Common, associazione che realizza campagne contro la corruzione e la distruzione dei territori in Italia, in Europa e nel mondo. L’obiettivo dell’organizzazione, assicurata con CAES, è contrastare il consolidamento di un modello estrattivista di società, fondato sulla sottrazione sistematica di ricchezza dai territori e dalle comunità con un conseguente impoverimento di miliardi di persone. L’informazione dettagliata di Re:Common svela come disastri ambientali, violazioni dei diritti umani e devastazione dei territori avvengono in contesti di corruzione sistemica, attività economiche losche e, scrive l’associazione sul suo sito, anche “illecite rapine finanziarie”.

Re:Common assicura le sue attività di promozione e l’organizzazione di eventi con CAES: le campagne informative, le iniziative di formazione e ricerca, oltre ai suoi 60 volontari attivi sul territorio, sono assicurati con i prodotti RC Economia Solidale per le associazioni e Multirischi per il volontariato.

L’obiettivo di Re:Common è camminare insieme alle comunità locali che lottano per un cambiamento strutturale della società. “Pensiamo che solo attraverso l’azione collettiva si possa combattere per la giustizia e praticare una profonda trasformazione delle società in cui viviamo che garantisca a ognuno il diritto a una vita dignitosa”, si legge sul sito dell’associazione.
In uno dei suoi ultimi rapporti, intitolato Insure our future e realizzato insieme a Greenpeace, Re:Common ha analizzato il settore delle compagnie assicurative evidenziando come, nonostante stia proseguendo il disinvestimento di molte delle principali compagnie dal settore del carbone, a livello mondiale non sono ancora sufficienti gli impegni per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e contrastare l’emergenza climatica. Secondo quanto si legge nel report, la maggior parte degli assicuratori europei e australiani non fornisce più copertura a nuove miniere o a centrali a carbone ma le principali compagnie statunitensi e asiatiche -come Liberty Mutual, Chubb, Tokio Marine e Sompo e la londinese Lloyd’s- assicurano ancora il settore.

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